Installazione – misure variabili

Ripetizioni di immagini in piccolo formato – fotografia digitale su carta

L’opera è formata da venti fotografie ripetute e intende indagare la condizione del lavoro manuale come una situazione, ad oggi fin troppo spesso, scontata e poco considerata. Predisponendo una mano davanti all’obbiettivo poco prima dello scatto si ottine un’immagine sfocata di questa, un fuori fuoco. Non osservata nella sua interezza e lucida pulizia si realizza un macchia d’ombra, una area effimera che ci ricorda quello che accade, nella realtà, al lavoro che sta dietro alla cose. Puntando lo sguardo verso il chiarore celestino dello sfondo, che tutto sfuma, la mano si predispone come un elemento sfuggente, un corpo astratto che perde la sua sostanza e si trasforma in una macchia che prova a riappropriarsi della propria fisicità senza riuscirci. Il gioco visivo che si genera da questo scarto tecnico, nel momento in cui la macchina non riesce a mettere a fuoco la mano, apparentemente ci restituisce tutta la stupidità di un gesto semplice e destinato, appunto, a fallire. Nello stesso tempo, però, si fa carico proprio di quel sentimento di perdita, una gestualità che si dissimula e prova a farci riflettere sullo sfasamento del nostro punto di vista sulla condizione, sottovalutata, del lavoro manuale, paradossalmente attraverso proprio un gesto povero. Posizionate su di un tavolo o collocate a parete, stese a richiamare il gioco del memori, le piccole foto si predispongono come un “dispositivo ludico”. Attirandoci con la loro leggerezza formale ci aprono la possibilità di riflessione e ricerca, invitandoci ad osservare attentamente.

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