Installazione – misure variabili
Modulo componibile 100x130cm./h.2cm., concept nato dal progetto LACE
“riproducibilità – La condizione, la caratteristica di essere riproducibile […] e quindi di poter essere osservato, o eseguito, da chiunque una volta realizzate le opportune condizioni.”
“riproducibilità fallimentare – Accanto a una costruzione che rimanda all’idea della reiterazione, della possibilità seriale, è inserita “un’interruzione”, l’azione è “mancata”, dopo un primo sguardo ci rendiamo conto che ogni elemento, anche se pur simile, mantiene una propria unicità.”
L’idea di questo artefatto pone l’oggetto da far realizzare alla macchina all’interno di un sistema di valori che ruota attorno al senso di riproducibilità. Le parole chiave sono “opportune condizioni” ovvero una serie di fattori precisi e irriducibili sui quali si può basare la sicurezza che il nostro risultato sia sempre identico a sé stesso, ad ogni realizzazione, escludendo ogni possibilità di deviazione. In questo sistema di regole vi si insinua però una “crepa” e questo lavoro tiene conto proprio del fatto che la macchia, la madre stessa del concetto di riproducibilità e infallibilità, mantenga una certa marginalità di approssimazione e imprecisione, a seconda delle attività che le si richiede di fare. Se queste attività non corrispondono alle sue specifiche, o vengono eseguite con scarsi parametri di qualità, si genera un “fallimento”, un unicum che, invece di produrre una serie di copie, realizza nell’errore la singolarità. Il nodo della questione sta esattamente qui, a differenza del sistema di valori consueto, dove l’errore è eliminato, qui rientra a piena visione nella gestazione di questo modulo: andare a produrre un “simbolo” che volutamente intende “assorbire” questi difetti, accadimenti ineliminabili perché concepiti come elementi fondanti del senso di modularità e “riproducibilità fallimentare”. Tutto parte da un dialogo con la macchina stessa, fino ad arrivare ad un punto finale, formale, che tiene conto sì delle esigenze e delle modalità di lavorazione che la macchina possiede ma, nella produzione, può accadere l’imprevisto, l’errore, la deviazione, l’elemento fortuito che crea l’unicum: un prodotto che concepisce, accetta e si apre all’eventuale possibilità di una frammentazione e trasformazione. La scelta di questo design a trame, facilmente soggetta ad errore, è il cortocircuito sul quale può emergere la “firma della macchina”. Il margine di errore e l’impossibilità di dettaglio che può “deviare” o limitare la stampa finale sono gli elementi peculiari di questo oggetto. Micro cambiamenti che non prevedono l’uso della mano umana ma che si innestano in un ciclo seriale. Allargando il ventaglio non tanto esecutivo ma quello significativo dell’azienda, si pongono nuove prospettive sfruttando i limiti tecnici come valore aggiunto. Il pezzo stampato in serie, a seconda della richiesta, viene poi verniciato in 3 possibili colorazioni a scelta. Il rosso, simbolo delle passioni, delle emozioni, delle cose passeggere della nostra vita, il blu, simbolo della memoria, del passato che si stratifica e crea l’identità di ognuno di noi, e il nero, la fine, la stasi fino a prova contraria immutabile. Insieme rappresentano la vita, una vita inorganica fatta di materia plastica.
In collaborazione con POLIART








