Installazione – misure variabili
Monotipie a punta secca/ stampa digitale/ penna/ pantone/ matita/ cucitura con filo a macchina
su
Carta 200gr. liscia e ruvida
Il concetto stesso di impronta, determinando la presenza di qualcosa che non c’è, appare di per se stesso contradditorio. La dicotomia che si genera tra costruzione e rappresentazione costituisce la premessa irrinunciabile su cui si fonda questo recente lavoro, con lo scopo, deducibile dal titolo, di portare ad una congruenza immaginativa due linguaggi grafici apparentemente distanti: quello figurativo e quello astratto, approdando verso similitudini inattese. Orme di un processo in atto, tracce residue di realtà, segni indistinti di qualcosa che è stato, campionature estrapolate dal flusso, mettono in comunicazione due poli contrapposti e, allo stesso tempo, dischiudono nuove possibilità espressive. I monotipi selezionati alludono ai sofisticati procedimenti tipici della stampa calcografica, qui rivisitata attraverso originali sperimentazioni, dagli esiti intenzionalmente aperti, indistinti e indefinibili. Il ciclo proposto accosta immagini floreali classicheggianti a forme stilizzate ottenute per incisione. Le stampe alludono alle costruzioni geometriche sulle quali sono basati i dipinti, suggerendo così inedite possibilità di dialogo e istituendo un cortocircuito tra reale e fittizio.
Testo a cura di Mattia Lapperier
