Installazione – fotografia digitale a monitor – misure variabili

La serie fotografica è ispirata, come si deduce dal titolo, al senso di decadimento e trasformazione che può subire la materia a contatto con le radiazioni. In questo caso, però, le “radiazioni” delle quali stiamo parlando non sono reali, piuttosto rappresentano il nostro modo di stravolgere quello che vediamo a seconda di come ci torna più comodo. Le acque, che si saturano e deviano di colore avvicinandosi ad una situazione visiva acida, quasi tossica, intendono richiamare un senso allucinogeno e di distacco che si radicalizza nel momento stesso in cui, queste metaforiche radiazioni, sconvolgono completamente le forme dell’acqua. Trasformando il soggetto in una visione astratta, dalla complessa struttura, se ne perde completamente il senso e il modo univoco di vederlo. Spesso in rapporto alla realtà ognuno di noi tende a percepirla a modo proprio, finendo agevolmente per sconvolgerla e riconsiderarla da una prospettiva, per l’altro, presumibilmente assurda. Osservando da fuori la situazione, non conoscendo il contesto per il quale ogni individuo ha “trasformato le cose”, non riusciamo ne a concepirle, ne tanto meno a giustificarle attraverso quel punto di vista, diventano per noi, quindi, un momento astratto, una “radiazione” che stravolge il tutto. La scelta dell’acqua come soggetto è stata condizionata dalle caratteristiche di fluidità, adattamento e trasformazione, insite come qualità fisiche naturali di questa allo stato liquido.

Radiazioni