Installazione – misure variabili
Ripetizioni di immagini in piccolo formato – fotografia digitale su carta
Il progetto a tematica “naturale” (disponibile in vari moduli) nasce a partire dalla riflessione sul termine “resilienza” che, in ecologia e biologia, sta a significare la capacità di una materia vivente di autoripararsi dopo un danno, o quella di una comunità o di un sistema ecologico di ritornare al suo stato iniziale dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che ha modificato quello stato. Questa definizione si affianca a quella della psicologia che ritiene la resilienza come la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici. La natura, oggi elemento sempre più “addomesticato” dall’uomo, diventa un rappresentante ideale di un atteggiamento di resistenza e ciclo, che essa compie, “sopravvivendo” all’intervento umano. In maniera medesima anche l’uomo, nella sua esistenza, è costantemente modificato e messo alla prova, cercando di superare i suoi traumi per tornare al suo stato di equilibrio. Quello che il progetto intende fare è una sovrapposizione di resilienza, andando dallo status vegetale a quello umano. L’organismo, l’essere vivente, presentato dalla natura rappresenta l’uomo, la comunità, come sistema che resiste e in maniera nichilista si ripropone sempre uguale a sé stesso. Il ripetersi incessante delle situazioni visive simboleggia un ritorno ad uno “status quo” che avviene in maniera lenta, inerte e involontaria. L’installazione si configura come una moltiplicazione ossessiva delle stesse immagini, che si accatastano l’una accanto all’altra, occupando tutto lo spazio desiderato. L’immagine dei dettagli naturali, visivamente dimessi, si carica di significato nell’atto della ripetizione. Culturalmente identificata come “natura morta” i soggetti, gli individui in questo caso, sono tutt’altro che tali. Il lavoro fotografico è a volte accompagnato ad un’opera video a tre o più canali, a seconda dell’esigenza installativa, che riporta come soggetti la luce, il fuoco e l’acqua. L’intero impianto audio/visivo cerca di portare l’osservatore in una condizione dove la linea di confine tra alienazione e meditazione si perde.